Connectography: Le mappe del futuro ordine mondiale (Italian Edition) by Parag Khanna

Connectography: Le mappe del futuro ordine mondiale (Italian Edition) by Parag Khanna

autore:Parag Khanna [Khanna, Parag]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2018-03-20T16:00:00+00:00


La Corea del Nord, ovvero una Ferrovia della Seta

attraverso il Regno eremita

Oltre ai giganti senza sbocco al mare come Kazakistan e Mongolia, un altro paese fragile divide la frontiera con Russia e Cina: la Corea del Nord. Ma se Kazakistan e Mongolia hanno adottato varie riforme politiche ed economiche dalla caduta del comunismo, la Corea vive da decenni nella più disperata repressione, in primo luogo per fedeltà alla sua antiquata ideologia dell’autosufficienza, nota come juche, poi per l’effetto soffocante delle sanzioni economiche internazionali. Tuttavia, anziché in regime di autarchia, questo Stato si è trovato in una perniciosa forma di dipendenza determinata dal suo isolamento pressoché totale: quasi tutto l’export nordcoreano è diretto in Cina; quasi tutto il cibo, il combustibile e altri beni di prima necessità arrivano in Corea del Nord attraverso la Cina.

La Corea del Nord è un paese estremo che evoca emozioni estreme. È governato da una dinastia dispotica designata con un acronimo dagli osservatori di politica asiatica: KFR, Kim Family Regime. Lo Stato affama i suoi cittadini, li tortura nei gulag, li controlla con la presenza onnipervasiva della polizia. Ai conservatori (ma anche ai liberal) di Washington piace molto sottolineare questi punti per rivendicare la propria superiorità morale senza ottenere assolutamente nulla. Eppure, nonostante il tintinnar di sciabole con le armi atomiche, l’affondamento di navi sudcoreane e la detenzione di missionari stranieri, il nuovo pattern che sta emergendo nei rapporti fra Pyongyang e i suoi vicini parla sempre più di connettività: i flussi stanno avendo la meglio sugli attriti.

Quando ho viaggiato per il “Regno eremita”, nel 2012, sono stato obbligato a visitare i grandi monumenti alla rivoluzione e a sorbirmi video di propaganda antisudcoreana e antiamericana. Ma sono stato anche testimone di uno Stato la cui ideologia e le cui infrastrutture si stanno avvicinando alla loro data di scadenza. I blocchi abitativi in cemento delle case di Pyongyang sono tutt’al più dotati, ogni tanto, di acqua corrente, mentre nelle strade gli autobus procedono sputando i loro ultimi colpi. Dalla fine dei rifornimenti sovietici di carburante, nel 1991, la Cina ha giocato sempre più duro, congelando i trasferimenti di petrolio, alimenti e generi di prima necessità per tenere il regime sotto controllo. Ogni legame ideologico che un tempo teneva uniti i due paesi – che negli anni Cinquanta si diceva fossero vicini come «la bocca e i denti» – si è deteriorato con la stessa rapidità della divergenza che è intercorsa fra le loro economie: se la Cina è oggi la più grande economia del mondo, della Corea del Nord non si ha nemmeno il rating. Nel 2014 Pechino ha persino ceduto alle richieste americane di interruzione dell’accesso nordcoreano a Internet in rappresaglia per il cyberattacco che si ritiene che Pyongyang abbia orchestrato contro Sony Pictures. La teoria che regna nella capitale è che i cinesi invaderanno il paese da nord, una teoria che ha convinto il regime a schierare i carri armati alla frontiera.

Ovviamente la Cina ha progetti più costruttivi della semplice invasione della Corea del Nord.



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